venerdì 30 novembre 2012

Indaco - Porte d'Oriente (2005)


Gira e rigira, quando tra i nomi di copertina ti capita di imbatterti in Mauro Pagani vale sempre la pena di prestare più attenzione. Non perché necessariamente sia lui a fare cose magistrali, ma perché, grazie anche al tempo passato, al fiuto più volte dimostrato, all'esperienza e alla sensibilità artistica, è quasi impossibile trovare Mauro Pagani coinvolto in un brutto lavoro. E succede anche questa volta. Il contributo di Mauro è minimo per quanto efficace (suona il violino in tre canzoni), ma il progetto Indaco sta in piedi benone e ci offre l'ultimo grande disco di questa estate discontinua, se vogliamo, ma non improvvida di belle canzoni.

Il brodo di coltura da cui emergono gli Indaco, peraltro, ha molto in comune con quello di Mauro: Rodolfo Maltese, chitarrista ed autore degli Indaco, nasce nel Banco del Mutuo Soccorso, da dove passa anche Pierluigi Calderoni (batteria). Se poi aggiungiamo che tra gli ospiti ci sono Francesco Di Giacomo e Tony Esposito, Enzo Gragnaniello e Antonello Salis, Andrea Parodi (ex Tazenda) e Lester Bowie, il quadro si fa più definito. Gli altri titolari della formazione sono il percussionista (fondamentale il suo apporto!) Arnaldo Vacca, Luca Barberini al basso, Carlo Mezzanotte alle tastiere, Gabriella Aiello, voce e Antonio Magli, tastiere (questi ultimi due però non hanno partecipato al disco).

Dall'incontro tra Maltese e Mario Pio Mancini, violinista, bouzoukista e altro autore del gruppo, sono nati gli Indaco, ormai da una decina d'anno (tutti dischi editi dal Manifesto Cd a 8 euro, ente sempre più benemerito a favore della buona musica d'autore). Il primo disco è una autoproduzione che data addirittura 1991, dal titolo, per l'appunto di "Indaco", il gruppo non c'è ancora, e i singoli partecipanti si firmano come Mario Pio Mancini, Rodolfo Maltese and the New Ensamble. Nel 1995 è la volta di "Flying with the Chakras" e, come si può inuire dal titolo segna una virata verso la new age. Nel 1997 esce "Vento del deserto". Nel 1999 escono con "Amorgos", la cui title track chiude anche Porte d'Oriente. Nel 2000 è la volta di "Spezie", un live. Seguono cinque anni di silenzio, interrotti da "Terra maris" del 2002, unico album non del Manifesto e infine Porte d'Oriente che è un po' una sorta di "greatest hits" di brani che vengono comunque dal passato, unito a due inediti (se non vado errato): "Salentu" e "Father P.".

La musica degli Indaco è un miscuglio molto interessante di armonie indiane, suoni mediorientali, contaminazioni mediterranee e rimembranze di quello che fu il prog-rock degli anni d'oro. Potrebbero essere elementi di scontro, di possibili collisioni pericolose, di frizioni vicine al kitsch, che invece viene miracolosamente evitato. Lo stupore nasce dall'equilibrio che riesce a crearsi da costruzioni così vicine al barocco, ma, effettivamente, come l'architettura barocca che semplicemente "non poteva stare in piedi" e poi dura da secoli, così anche i canti e le musiche di Indaco, pur sfiorando pericolosi sprofondi, restano sempre validi e in piedi. Da questa solida fragilità nasce la meraviglia.

Disco "barocco" quindi. Nel senso etimologico della "perla impura", della bizzarria stravagante ed eccentrica, del tentativo di emozionare e coinvolgere lo spettatore. Un disco che è prodotto dell'immaginazione col fine di esercitare l'immaginazione, perché dal superamento del limite si possa arrivare a persuaderci che qualcosa di non reale possa diventare reale. Anche questo melange sonoro che arriva dall'India alle regioni celtiche. D'altra parte, proprio nella presentazione del disco gli Indico precisano che "gli steccati dei generi, in cui si è soliti confinare la musica, dissezionandone il respiro e la forza" a loro stanno stretti. Fino all'obiettivo di creare "una sorta di zona franca della buona musica, con la porta sempre aperta verso altre esperienze".

Non è un disco di facilissimo ascolto, non da ombrellone o da tormentone estivo. E forse a qualcuno l'eccessivo puntare su termini new age (qui abbiamo Kundalini e Mantra) potrà dare fastidio, ma fortunamente non ci sono quasi mai parole ad accompagnare i suoni e quando ci sono le parole seguono orbite dinamiche che si rifanno alle tradizioni popolari più che alla new age. "Salentu", "Il volo del gabbiano", "Father P." e "Amorgos" i brani più coinvolgenti.
di Leon Ravasi

- Rodolfo Maltese / guitars
- Mario Pio Mancini / bouzouki, electric violin
- Arnaldo Vacca / percussions
- Pierluigi Calderoni / drums
- Luca Barberini / bass
- Carlo Mezzanotte / keyboards
- Gabriella Aiello / vocals
- Antonio Magli / keyboards

Guest musicians:- Francesco Di Giacomo / vocals (5)
- Mauro Pagani / violin (3, 6, 8), flute (3)
- Tony Esposito / percussions (2)
- Enzo Gragnaniello / vocals (2, 3, 8, 11)
- Andrea Parodi / vocals (1, 9)
- Antonello Ricci / reed-pipe (3)
- Antonello Salis / accordion (5, 6)
- Fiona Davidson / harp, vocals (7)
- Lester Bowie / trumpet (12)
- Pivio / remix (12)


1. Salentu (4:03)
2. Su nuraghe (5:30)
3. Andalusiana (4:36)
4. To the lighthouse (5:40)
5. Tharros (5:32)
6. Il volo del gabbiano (4:21)
7. Father P. (3:04)
8. Waiting for kundalini (7:02)
9. Soneanima (5:02)
10. Mantra (6:26)
11. Teatro do mar (5:33)
12. Amorgos (6:41)

Total Time: 63:32
Out of print. Degradeted here

mercoledì 28 novembre 2012

Tortoise (1994)



featuring Douglas McCombs, John Herdon, John McEntire, Dan Bitney, Bundy K.Brown, Tortoise

1. Magnet pulls through
2. Night air
3. Ry Cooder
4. Onions wrapped in rubber
5. Tin cars & twine
6. Spiderwebbed
7. His second story island
8. On noble
9. Flyrod
10. Cornpone brunch

Cd out of print. You can find it here and here

F.S. Blumm & Nils Frahm - Music For Lovers, Music Versus Time (2010)



F. S. Blumm - synth
Nils Frahm - keys
Wilm Thoben - Clarinet (01)
Ulrich Wangenheim - Bass Clarinet, Flute (02, 03)
Luca Fadda - Trumpet (03)
Andy Otto - Cello (06)
Jan Thoben - Vibraphone (06)
Sven Kacirek - Marimba (09)

01 Kugler
02 Rone re
03 Writing letters to myself
04 Heber
05 Lenz
06 Sugar coated fennel seeds
07 Licht-teil
08 Onward onward
09 Wanda marimba

Available in few copies. Degradated here

martedì 27 novembre 2012

Pollock Project - ParmaJazz Frontiere (2011)


Marco Testoni, caisa drums, percussioni
Nicola Alesini, sax soprano, elettronica;
Max Di Loreto, batteria, percussioni

Special guest
Roberto Bonati - contrabbasso su In a silent way e Unnecessary

01 Songlian (ispirato a ‘Lanterne rosse’)
02 Feronia Circle
03 Intro a 'Rivoli 59'
04 Rivoli 59
05 Chestnut C Circle
06 Una Rosa Mas o Menos (dedicata a Pablo Neruda)
07 Rubra
08 Trouble tales
09 In A Silent Way
10 Unnecessary

Registrato alla Casa della Musica di Parma il 29 novembre 2011
trasmesso da Rai Radio 3 lunedì 26 novembre 2012 22.50
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domenica 25 novembre 2012

Steve Swallow - Deconstructed (1997)



Ryan Kisor trumpet
Chris Potter tenor saxophone
Mick Goodrick guitar
Steve Swallow bass
Adam Nussbaum drums

1. Running in the family
2. Babble on
3. Another fine mess
4. I think my wife is a hat
5. Bird world war
6. Bug in a rug
7. Lost in boston
8. Name that tune
9. Viscous consistency
10. Deconstructed

CD out of print. Deconstruced here.

giovedì 22 novembre 2012

Roberto Bonati Trio - Tacea la notte placida (2011)



Alberto Tacchini, pianoforte;
Roberto Dani, batteria, percussioni;
Roberto Bonati, contrabbasso

01 End of march
02 Settembre
03 Bianco il vestito nel buio
04 Tacea la notte placida
05 Miserere II
06 Introducing the trio
07 Early morning

PARMAJAZZ FRONTIERE 2011
Registrato al Teatro Regio di Parma il 21.10.2011
Trasmesso da Rai Radio Tre martedì 20 novembre 2012 22.50
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Lester Bowie´s Brass Fantasy - Avant Pop (1986)


   

Lester Bowie trumpet
Stanton Davis trumpet
Malachi Thompson trumpet
Rasul Siddik trumpet
Steve Turre trombone
Frank Lacy trombone
Vincent Chancey French horn
Bob Stewart tuba
Phillip Wilson drums

1. The emperor (Steve Turre)
2. Saving all my love for you (Michael Masser / Gerald Goffin)
3. B Funk (Lester Bowie)
4. Blueberry Hill (Al Lewis / Vincent Rose / Larry Stock)
5. Crazy (Willie Nelson; arr.: Steve Turre)
6. Macho (Dedicated to Machito) (Steve Turre)
7. No shit (Lester Bowie / words & arr.: Lester Bowie)
8. Oh, what a night (Marvin Junior / Johnny Funches; arr: Byron Bowie)

Cd out of print. Degradated here.

martedì 20 novembre 2012

Steve Swallow - Carla (1987)


Carla Bley organ
Hiram Bullock guitar
Larry Willis piano
Steve Swallow bass
Victor Lewis drums
Don Alias percussion

1. Deep trouble
2. Crab alley
3. Fred and Ethel
4. Read my lips
5. Afterglow
6. Hold if against me
7. Count the ways
8. Last night

CD out of print. Try it here.

lunedì 19 novembre 2012

Innocenti evasioni. Tributo a Lucio Battisti (1993)



01 E penso a te (Raf)
02 Perché no (Fabio Concato)
03 Ancora tu (Paola Turci)
04 Con il nastro rosa (Matia Bazar)
05 Prendila così (Anna Oxa)
06 I giardini di Marzo (Eugenio Finardi)
07 La canzone del sole (Luca Barbarossa)
08 Anche per te (Enrico Ruggeri)
09 Il tempo di morire (Litfiba)
10 Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi (Andrea Mingardi)
11 Sì, viaggiare (Ornella Vanoni)
12 Non è Francesca (Mango & Big Band)

Disco fuori commercio. Lo trovi qui.

mercoledì 7 novembre 2012

Têtes de Bois - Pace e male (2004)



CD 1

    Abbasso Nixon  (Têtes de Bois)
    Tute (Têtes de Bois)
    Ce l’ho con l’amore (Ezio Vendrame, Têtes de Bois)
    Dott. De Rossi (Têtes de Bois)
    Io sono allegro (Têtes de Bois) – feat. Paolo Rossi
    Le rane (Têtes de Bois) – feat. Daniele Silvestri
    E così sia (Têtes de Bois)
    Pezzi di cielo (Têtes de Bois) – feat. Antonello Salis fisarmonica
    Ondulava (Dino Campana, Têtes de Bois – adattamento della poesia “Tre giovani fiorentine camminano di Andrea Satta)
    La serva dal gran cuore (C. Baudelaire, L. Ferré – versione italiana Andrea Satta) – feat. Mauro Pagani violino
    Amore che vieni, amore che vai (F. De Andrè)
    Quella ferita (L. Ferré – versione italiana di Andrea Satta con la collaborazione di Anna Maria Piccoli)
    Vomito (Têtes de Bois)
    La canzone del ciclista (Têtes de Bois) – feat. Gianni Mura, Davide Cassani voce intro e cori

CD  2 AUTORADIO E AUTOVIDEO

    Vendo (Têtes de Bois)
    Une jolie fleur  (G. Brassens, versione italiana Andrea Satta, live 2003) – feat. Arnoldo Foà
    Prima di partire (G. Mura) – feat. Gianni Mura
    Buongiorno Arturo (Têtes de Bois) – frammenti “Ma che bella giornata” di Ugolino”, “Il sapore buono delle cose dei RevHertz.
    Il pifferaio magico
    La piattaforma (Têtes de Bois)
    Intervista a Léo Ferré
    Il battello ubriaco (A. Rimbaud, Têtes de Bois – versione italiana di Andrea Satta, live 2003)
    Sogni (A. Satta) – feat. Marco Paolini
    Gelosy (Têtes de Bois)
    Distratto (Têtes de Bois)
    Il mercato delle creme (Têtes de Bois)
    Autovideo: "Strade" di Emilio Casalini

Disco fuoricommercio.
Dice "Non ci credo!".
"Come non ci credi? E allora leggi qui!".
Parte 1
Parte 2

martedì 6 novembre 2012

Eivind Aarset - Jazzland sessions (2004)



Eivind Aarset (guitar)
Audun Erlien (bass and electronics)
Wetle Holte (drums)

01 Family pictures
02 Electromagnetic in E
03 Feverish
04 Silk worm
05 Connectic
06 Changing walls

Bla Club, Oslo, Norway, December 4, 2004
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domenica 4 novembre 2012

Marcin Wasilewski trio - Jazztage St Wendeln (2012)



Marcin Wasilewski, piano
Michal Miskiewicz, drums
Slawomir Kurkiewicz, bass

01 An den kleinen Radioapparat
02 Mosaic
03 Oz Guizos
04 Big foot
05 The ballad of the sad young man
06 Woke up in the desert

22. Internationale St. Wendeler Jazztage, Freitag, 14. September 2012, Saalbau St. Wendel
Broadcasted on SR2 JazzNow, October 14th 2012

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giovedì 1 novembre 2012

Têtes de Bois - Ferré, l'amore e la rivolta (2002)



Con questo cd dedicato alle musiche e alle parole di Leo Ferrè, i Tetes de Bois sono stati vincitori del Premio Tenco 2002 come miglior interprete, ma il loro viaggio è cominciato molto prima, nel 1992, si dice con un concerto su un vecchio furgoncino trasformato in palco ambulante.
Dalle esibizioni nelle stazioni dei metrò, ai concerti muti negli zoo fino alla Festa europea della Musica, i Tetes de Bois hanno coltivato un´identità itinerante, che li ha portati a dirigere importanti festivals, a ideare eventi di portata internazionale, a scrivere colonne sonore per films e spettacoli teatrali. Oggi il gruppo merita di essere considerato allo stesso tempo italiano ed europeo, uno dei pochi per cui il termine "cultura" nel suo significato più vero ed esteso non suona azzardato.
"Ferrè, l´amore e la rivolta" è il loro terzo cd, distribuito in Italia dal Manifesto e in Europa da Harmonia Mundi ed è un´ulteriore prova di come i Tetes de Bois riescano ad allargare i loro orizzonti alla poesia e al teatro, mantenendo intatta la qualità e l´intensità della musica.
Queste quattordici canzoni comprendono brani di Ferrè reinterpretati e alcune poesie di Baudelaire e di Rimbaud eseguite dal gruppo. Pur con tutte le diversità del caso, l´operazione ricorda ciò che Andrea Chimenti ha fatto con la parola di Ungaretti ("Il porto sepolto"): nel rispetto dello spirito anarchico e dell’etica di Ferrè, i Tetes de Bois riescono a suonare comunque personali, andando oltre quello che avrebbe potuto essere un semplice tributo.
Il disco introduce all´opera dell´autore francese, mostrando l´influenza che questa ha avuto sulla canzone italiana (De Andrè, Conte, Capossela, Fossati, La Crus) ed europea. Ma gode anche di una profondità originale, a sé stante, che lo fa essere a tutti gli effetti un disco dei Tetes de Bois, nuovo e coerente con la produzione del gruppo: la voce di Andrea Satta si destreggia senza esitazioni in italiano e in francese, sia sulle arie più notturne che su quelle più sfrontate. Batteria e contrabbasso creano metriche sinuose, tra il jazz, lo swing e la chanson, su cui la tromba e il piano si muovono come pensieri che proseguono le parole di Ferrè.
Daniele Silvestri si presta in "Non si può essere seri a diciassette anni", tenendosi lontano dalle sue ultime leggerezze; la voce di Nada offre una versione toccante, tutt´altro che lacrimevole di "La luna", mentre Francesco Di Giacomo ha a che fare con l´eroticità diretta e senza pruriti de "Il tuo stile". Tutto il disco si appoggia su arrangiamenti essenziali, su brevi assoli solitari, che si accordano con la drammaticità esistenziale sofferta di Ferrè.
I Tetes de Bois riescono a creare uno spleen che appartiene tanto a loro quanto ad un´epoca che va da Verlaine, a Racine fino ai giorni nostri, riassunta nella conclusiva "Saint-Germain-des-Près": un luogo dello spirito in cui termini come rivolta e sentimenti sono parraleli e complementari. Andrea Satta e i suoi compagni di viaggio hanno il dono dell´incanto, governano la gravità delle note e dei testi, ne rallentano lo scorrimento, dando loro peso come in un fermoimmagine.
Senza esagerare, questo cd ci fa dire che sia Ferrè che i Tetes de Bois "hanno il cuore come quelle rocce vestite di spuma".
da http://www.mescalina.it/musica/recensioni/tetes-de-bois-ferre-lamore-e-la-rivolta

Voce: Andrea Satta;
contrabbasso, campionamenti e computer: Carlo Amato;
pianoforte e tastiere: Angelo Pelini;
tromba: Luca De Carlo;
chitarre: Maurizio Pizzardi;
batteria: Raffaello Murrone;
sax soprano e tenore (tracce 6,11,13): Antonio Marangolo;
percussioni (traccia 10): Giovanni Lo Cascio;
violoncello (tracce 4,7,8): Giuseppe Mulè;
chitarra (traccia 1): Rodolfo Maltese;
cane solista (traccia 2): Thomàs.

1. Sono chi sai
2. La porta
3. L'albatros
4. Non si può essere seri a diciassette anni
5. Gli stranieri
6. Il tuo stile
7. Gli anarchici
8. Jolie môme
9. Col tempo
10. La luna
11. Vent'anni
12. Il battello ubriaco
13. Come a Ostenda
14. Saint-Germain-des-Prés

Disco fuori commercio (se non ci credi, verifica qui). Prova ad ascoltare questo gioiellino qui.