lunedì 16 gennaio 2023

Way to blue - Sognando Nick Drake (2007)

Io c'ero

"Ma come? Non conosci Nick Drake?" esclama sbigottito uno dei protagonisti di Passato prossimo, film d'esordio di Maria Sole Tognazzi, ultima arrivata della schiatta di papà Ugo. A occuparsi di Nicholas Drake non c'è solo il cinema. Nato in Birmania nel 1948 e scomparso a soli 26 anni, quasi certamente suicida, Nick Drake, "misconosciuto cantautore inglese, molto sexy", è stato l'oggetto di un'appassionata e a tratti esilarante biografia (Le provenienze dell'amore, Fazi editore) che gli ha dedicato Stefano Pistolini (il "molto sexy" è nel sottotitolo), dato alle stampe nello stesso anno in cui autori e gruppi dell'allora emergente rock nostrano (Circo Fantasma, Snaporaz, Yo Yo Mundi e altri ancora) pubblicarono un indimenticabile quanto ormai introvabile tributo al primo dei 3 capolavori che Drake ci ha lasciato (4 con il postumo Time of no reply), quel Five leaves left dove le foglie, da cadute, diventano rubate (theft). Un gruppo lombardo, i Blend, ha dedicato a Nick Drake un dignitosissimo quanto misconosciuto tributo stampato nel 2002 col titolo Far leys. Se in Italia, dunque, i riconoscimenti a quello che oggi è unanimemente considerato l'ispiratore del new acoustic movement ne hanno ormai ratificato la fama, all'estero l'ammirazione nei confronti di quel timido ragazzo inglese non è stata da meno: basterebbe ricordare le riletture del suo repertorio ad opera di Brad Mehldau (il suo ultimo disco, Day is done, ha per titolo una canzone di Drake) e Duncan Sheik o lo splendido tributo raccolto in un disco da tempo fuori commercio, Brittle days, al quale parteciparono Nikki Sudden, No Man, gli High Llamas, gli Walkabouts e altri ancora. Sul versante cinematografico, Jeroen Berkvens ha dedicato a Nick Drake un discreto documentario dal titolo A skin too few. The days of Nick Drake, ricco di testimonianze (come non ricordare la presenza de Il mito di Sisifo di Camus sul comodino di Nick al momento del ritrovamento del suo cadavere?).

L'ultimo capitolo di questo piccolo grande culto - ma c'è da scommettere che ne seguiranno altri - che passa per musica, letteratura e cinema, è stato quello apparecchiato da Roberto Angelini e Rodrigo d'Erasmo nello scenario del parco romano di Villa Pamphilj. Dopo avere inciso un loro personale omaggio a Nick Drake (Pong moon, pubblicato da Storie di Note), Angelini e D'Erasmo hanno voluto espandere il loro progetto reclutando la fitta schiera di accoliti che riconoscono a Drake un'indiscutibile influenza sulla loro musica. A Villa Pamphilj, chiamati a raccolta per il progetto intitolato per l'occasione Way to blue - Sognando Nick Drake, il 2 luglio 2006 erano davvero in tanti. In quasi tre ore di musica si sono avvicendati sul palco (rigorosamente nell'ordine) Song for Ulan, Barbara Eramo, Marco Fabi, Alessio Bonomo, Simone Cristicchi, Giulio Casale, Lara Martelli, Cesare Basile, Marco Parente, Pinomarino, Massimo Giangrande, Filippo Gatti, Bugo e, dulcis in fundo, Niccolò Fabi, quest'ultimo oculatamente collocato in scaletta a richiamo delle tempeste ormonali di qualche quindicenne sfuggita a tarda ora al guinzaglio dei genitori per acclamare il beniamino romano.

Con D'Erasmo e Angelini, ad accompagnare i diversi artisti sul palco c'era una resident band composta da Massimo Giangrande, Gabriele Lazzarotti, Fabio Rondinini e Andrea Pesce, tutti ugualmente misurati nelle efficaci rivisitazioni del repertorio di Drake. Qualcuno ha preferito un'esecuzione solitaria (come nel caso di Giulio Casale, Pino Marino e Cesare Basile), altri hanno optato per un organico ridotto e c'è stato anche chi ha tradotto i versi della trilogia drakeiana in italiano come Bonomo, Pinomarino e Bugo.

Passione ed emozioni hanno bilanciato un'esecuzione live dove l'avvicendamento dei cantanti sul palco somigliava più al casting per una fiction televisiva che a un concerto. In assenza del tessuto connettivo che avrebbe potuto ricamare un intrattenitore con doti da affabulatore - come è accaduto recentemente nel caso di Andrea Rivera in occasione del tributo a Rino Gaetano, sempre a Roma - gli organizzatori non hanno trovato di meglio che cucire l'alternanza sul palco degli artisti con stacchi sonori in cui andavano in sottofondo i pezzi originali di Drake. A dispetto della scarsa fluidità nel reparto organizzativo, le esecuzioni sono state tutte visibilmente sentite e partecipate. Bugo, nonostante una canorità ai limiti della stonatura, è piaciuto al punto che uno spettatore gli ha chiesto un bis quando le quasi tre ore di concerto sembravano avere ormai appagato anche gli appetiti musicali più irrefrenabili. Maggiori onori avrebbe meritato forse l'esecuzione di Parasite e River man di un ispiratissimo Giulio Casale, che ha impreziosito le melodie di Drake con una vocalità scura, da brivido, particolarmente intonata. Filologiche le esecuzioni di Massimo Giangrande (At the chimes of the city clock), Simone Cristicchi (che oltre a cantare Fruit tree in maniera encomiabile, si è esibito anche nella lettura di pensieri personali notturni sul "mito" Drake) e Filippo Gatti (Things behind the sun e Pink moon).

Sotto tono Pino Marino, che ha spezzato l'atmosfera un po' inamidata della serata principiando la sua esibizione con una barzelletta, seguita da una strana versione italiana di qualche pezzo andato perduto, Barbara Eramo, che ha infarcito Time has told me e River man con gorgheggi in stile Tiziana Ghiglioni, davvero troppo lontani dalla composta esecuzione degli originali, Lara Martelli (la sua versione di Time of no reply è stata talmente enfatica e "sanremese" da stridere con le versioni di tutti gli altri, che si sono accostati a Nick Drake con la dovuta reverenza) e Alessio Bonomo, la cui esecuzione di Northern sky e Way to blue probabilmente risentiva - c'è da supporre - delle massicce dosi di bromuro ingerite.
L'emozione dei musicisti faceva il paio con quella di un pubblico di tutte le generazioni, segno palpabile che le canzoni senza tempo di Drake sono ormai assurte al rango di classici, grazie non soltanto al passaparola ma anche alle meritevoli iniziative come quella che si è tenuta a Roma.

S.N.

01 Way to Blue Band - Introduzione
02 Songs for Ulan - Place to be
03 Barbara Eramo - River man
04 Massimo Giangrande - At the chime of a city clock
05 Marco Fabi - From the morning
06 Roberto Angelini, Rodrigo D'Erasmo - Day is done
07 Bugo - Hazey Jane II
08 Cesare Basile - Know
09 Lara Martelli - 'cello song
10 Pino Marino - Outside
11 Filippo Gatti - Pink Moon
12 Giulio Casale - Parasite
13 Simone Cristicchi - Fruit tree
14 Alessio Bonomo, Matteo D'Incà - Northern sky
15 Marco Parente - Way to blue
16 Niccolò Fabi - Man in a shed
17 Francesco Forni - Joey will come (bonus track)
18 Black Eyed Dog - Road (bonus track)

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