anno: 2018
regia: OEHRI, ARNO
genere: documentario
con John Abercrombie, Lisa Abercrombie, Adam Nussbaum, Gary Versace, Ric McCurdy, Al
location: Usa
voto: 6,5
Nel 2017, a 73 anni, il chitarrista americano John Abercrombie ci ha
lasciati. Giusto in tempo affinché Arno Oehri e Oliver Primus (ma la
regia è soltanto del primo) riuscissero a impacchettare questo
documentario che ne raccoglie una delle ultime confessioni. Dall'amore
viscerale per la musica di Bill Evans e per il chitarrismo elettrico di
Wes Montgomery, fino all'appassionato confronto con un liutaio sul suono
delle sue chitarre, il musicista di Port Chester ci accompagna per
un'ora e mezza con la sua consueta dose di umorismo, con quella voce
profonda, magnifica e sincera, con quelle venature di timidezza nascoste
dietro a quei lunghi mustacchi che hanno costantemente solcato il suo
volto durante tutto il suo percorso artistico, cominciato quasi per caso
sostituendo sul palco George Benson ("tremavo") e arrivando ad essere
uno dei nomi di punta dell'etichetta bavarese ECM, che produce il
documentario. In mezzo, un mucchio di sigarette fumate una dopo l'altra,
brani di un concerto del 2014 in Lichtenstein con un organ trio
composto da Adam Nussabaum (imperdibile il suo punto di vista a
proposito della fatica dei viaggi durante i tour) e Gary Versace (fu
proprio con un organ trio che Abercrombie esordì come bandleader con lo
splendido Timeless, nel 1974, in compagnia di Jan Hammer e Jack
DeJohnette). Immagini metropolitane e naturalistiche interrompono con la
giusta cadenza il flusso narrativo per lasciare spazio alla musica (Within A Song, Banshee, 39 Steps, Class Trip),
per poi tornare ai racconti penetranti e sinceri di quest'uomo aperto e
fantasioso, che davanti alle macchina da presa ci racconta anche di
quando perse tutto - chitarre comprese - nell'occasione in cui la sua
casa bruciò. Lui e sua moglie Lisa - insieme per 33 anni - si salvarono.
Ma non seppero mai se il loro gatto si salvò o finì nel rogo.
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